L’incontinenza urinaria è l’incapacità di controllare e trattenere l’urina. Essa può manifestarsi con perdite variabili da una o poche gocce durante uno sforzo, fino a continue perdite durante la giornata. L’incontinenza urinaria è una condizione molto frequente (oltre 260 milioni di persone al mondo ne soffrono) e nel genere femminile essa è presente in circa il doppio dei casi rispetto al genere maschile. Studi epidemiologici hanno evidenziato che circa il 15% delle donne in pre e post menopausa soffre di tale disturbo, anche se l’incontinenza può manifestarsi a tutte le età. Una stima reale del problema è difficile per la molteplicità delle manifestazioni cliniche e per il fatto che attualmente poche persone rendono manifesto questo disturbo che rappresenta un enorme ostacolo alla loro vita quotidiana.
Riluttanza, reticenza e imbarazzo rappresentano le barriere che la persona innalza intorno a se per nascondersi e difendersi in tali circostanze, infatti le donne che arrivano allo specialista per questo problema sono in numero decisamente inferiore a quelle affette realmente da incontinenza. L’incontinenza è un disturbo ingravescente che tende a peggiorare con l’età. Eppure questo disturbo se affrontato in modo adeguato e con il giusto supporto di esperti del settore può essere completamente sconfitto.
TIPI DI INCONTINENZA
Non tutte le incontinenze sono uguali, esistono vari tipi di incontinenza urinaria che riconoscono diversi meccanismi e diverse cause, essa può essere grossolanamente divisa in tre gruppi:
– Incontinenza da iperattività vescicale (Incontinenza da urgenza): la paziente avverte lo stimolo ma perde l’urina prima di poter raggiungere il bagno. La perdita involontaria di urina è accompagnata o immediatamente preceduta da un improvviso ed impellente desiderio di urinare (urgenza minzionale). La terapia in questi casi è principalmente farmacologica.
– Incontinenza da cause uretrali (Incontinenza da sforzo): è causata da un deficit delle strutture anatomiche di sostegno uretrale che portano a perdita involontaria di urina sotto sforzo ( in seguito ad un colpo di tosse, ad una risata, ad uno starnuto o ad uno sforzo fisico; per esempio in seguito allo svolgimento di attività sportive o al cambiamento improvviso di posizione). Tale disturbo può migliorare con terapia ormonale e risolversi nel 95% dei casi completamente con terapia chirurgica.
– Incontinenza di tipo misto: i due tipi d’incontinenza concorrono in diversa percentuale.
La paziente che perde l’urina potrà essere valutata attraverso una serie d’esami dopo essere stata sottoposta ad una visita ginecologica specificamente rivolta a tali problematiche; saranno quindi valutati alcuni parametri importanti:
- Lo stato di estrogenizzazione dei tessuti
- Il grado di prolasso genitale associato
- La presenza di patologie ginecologiche concomitanti
Per approfondire la diagnosi prima di una terapia invasiva, è preferibile eseguire l’esame urodinamico che valuterà il tipo e il grado d’incontinenza. L’esame consiste nella simultanea misurazione con un piccolo catetere della pressione vescicale e del flusso minzionale in fase di riempimento e svuotamento della vescica, che permette in genere un preciso inquadramento della disfunzione presente. Dopo la diagnosi del tipo d’incontinenza, alla paziente sarà proposto il trattamento più appropriato (medico e/o chirurgico,).
TRATTAMENTO CHIRURGICO E NON DELL’INCONTINENZA URINARIA DA SFORZO
Esistono molte possibili terapie chirurgiche e non chirurgiche per trattare l’incontinenza urinaria da sforzo. Un trattamento iniziale deve comprendere terapie non chirurgiche, ovvero l’introduzione di cambiamenti comportamentali ed esercizi per la muscolatura del pavimento pelvico.
Anche l’impiego di stimolazione elettrica, di coni vaginali ponderati e della farmacoterapia può ridurre l’incontinenza urinaria da sforzo.
L’utilizzo di agenti iniettabili volumizzanti a livello locale (Bulking agents) contribuisce alla riduzione della perdita urinaria, ma la loro efficacia svanisce generalmente dopo 1-2 anni.
Le procedure chirurgiche garantiscono invece, maggiori probabilità di curare l’incontinenza urinaria da sforzo rispetto alle procedure non chirurgiche, benchè associate a rischi avversi maggiori.
Fino a qualche anno fa il trattamento classico per l’ incontinenza urinaria da sforzo (o stress incontinence) era la cosiddetta plastica vaginale (Colporrafia anteriore); questo intervento, tuttora molto praticato, ha una percentuale di successo bassa a lungo termine, altro intervento efficace praticato era la colpososensione secondo Burch.
Oggi questa patologia viene trattata mediante le nuove tecniche di TVT (“tension free vaginal tape”) e TVT-O (“tension free vaginal tape otturatoria”):
La TVT (Tension-free Vaginal Tape) è una nuova tecnica chirurgica per la correzione dell’incontinenza urinaria da sforzo. La metodica, messa a punto in Svezia, consiste nell’inserimento per via vaginale di una mesh di materiale sintetico (Prolene) con l’obiettivo di sospendere l’uretra ancorandola sopra l’osso pubico.
L’intervento può essere eseguito in anestesia locale. Sono praticate due piccole incisioni nella cute sopra la sinfisi pubica, e una piccola incisione nella mucosa vaginale, sotto l’uretra. Con un apposito introduttore si posiziona con l’aiuto di due aghi un nastro in Prolene sotto dell’uretra, quindi si invita la paziente a tossire stabilire la tensione della benderella e verificare il successo dell’intervento.
Questa tecnica chirurgica mini-invasiva della durata di 10 – 15 minuti, presenta molti vantaggi per la donna: il 90% delle pazienti guarisce o migliora sensibilmente dall’incontinenza urinaria, l’intervento è rapido, richiede una breve degenza ospedaliera e una convalescenza postoperatoria alquanto limitata. L’intervento può essere associato a quello di correzione del prolasso genitale, vescicale o rettale.
La TVT-O rappresenta l’evoluzione della TVT. La benderella di prolene che sospende l’uretra è ancorata alla fossa otturatoria e non sopra il pube. Pertanto presenta un minor rischio di lesioni vescicali e una riduzione dei tempi chirurgici conservando gli stessi ottimi risultati della TVT sovra-pubica.
Oggi abbiamo a disposizione una serie di mini sling che offrono un approccio mini invasivo per il trattamento dell’incontinenza urinaria da sforzo. Sono delle piccole mesh di polipropilene di circa 8 cm da posizionare al di sotto dell’uretra. Tali sling sostengono l’uretra in una posizione che simula l’anatomia naturale per sostenerla maggiormente ed impedire le perdite accidentali di urina.
TECNICHE RIABILITATIVE DEL PAVIMENTO PELVICO
Le tecniche riabilitative a nostra disposizione sono: chinesiterapia pelvi-perineale (esercizi per i muscoli del pavimento pelvico), stimolazione elettrica, biofeedback (ginnastica attiva).
La chinesiterapia perineale consiste in una serie di esercizi di contrazione e rilasciamento dei muscoli del pavimento pelvico, al fine di rinforzare il sistema di sostegno degli organi pelvici.
Il biofeedback perineale: si tratta degli stessi esercizi di contrazione muscolare, compiuti con una sonda vaginale collegata ad un apparecchio, che consente di oggettivare con segnali visivi e sonori l’entità delle contrazioni, aiutando la donna a compierli in modo corretto.
L’elettrostimolazione perineale, infine, è indicata nei casi in cui i muscoli perineali non riescono ad essere contratti volontariamente ed in modo adeguato. La riabilitazione perineale non pretende di risolvere totalmente e durevolmente il problema, tuttavia i risultati riferiti da vari autori sono soddisfacenti. E’ consigliabile una riabilitazione perineale in ottica di prevenzione nelle donne, che dopo il parto, presentano già i primi disturbi di un prolasso uterovaginale o di un’incontinenza urinaria. La terapia estrogenica vaginale, mediante creme od ovuli vaginali a base di promestriene, soprattutto per le donne in menopausa, produce sicuramente dei benefici, in particolare per i disturbi minzionali.
TRATTAMENTO DELL’INCONTINENZA URINARIA DA SFORZO CON LASER (ER: YAG)
L’impiego della laserterapia per il trattamento dell’incontinenza urinaria da sforzo (SUI) costituisce una nuova terapia non invasiva basata sul restringimento e ridimensionamento fototermico della fascia endopelvica e del tessuto del pavimento pelvico. L’energia emessa dal laser Er:YAG viene trasportata sulle aree della vagina da trattare mediante l’uso di appositi manipoli ed accessori. Una volta attivato, il laser deposita energia termica nel tessuto della mucosa causando il rimodellamento del collagene e, conseguentemente, il ridimensionamento della fascia endopelvica e del tessuto del pavimento pelvico. Il laser viene attivato ripetutamente facendo passare gradualmente il fascio laser sulle aree della vagina interessate sino a coprire l’intera area da trattare.
L’impiego della laser terapia per il trattamento dell’incontinenza urinaria da sforzo (SUI) è utile per quelle pazienti che soffrono di una lieve e moderata forma di incontinenza urinaria da sforzo e di incontinenza urinaria mista (Mixed Urinary Incontinence “MUI”).
Il trattamento laser è meno invasivo dei tradizionali metodi chirurgici. Presenta una percentuale di complicanze molto bassa ed è ben tollerato dalle pazienti. Inoltre il tempo di recupero è molto breve – la paziente può riprendere immediatamente la routine quotidiana, a meno che non venga consigliato di rispettare le precauzioni standard legate all’incontinenza urinaria da sforzo come per esempio, evitare sforzi che possono causare una pressione sulla vescica ed astenersi dai rapporti per almeno 3-4 giorni.